DOTT.SSA MENITA CRUCITTI
Il mio nome di battesimo è Filomena ma mi hanno sempre chiamata Menita, e sento che più mi appartiene perché più familiare e meno comune. Sono una Psicologa Psicoterapeuta che svolge la professione a Reggio Calabria da oltre 10 anni, ma anche una mamma ed una moglie. Amo le arti in generale, perché in esse trovo grande nutrimento.
Amo questa professione perché la considero un’opportunità di crescita costante per me come persona e come professionista e per coloro che incontro ogni giorno.
Talvolta la vita ci pone di fronte delle sfide: eventi inaspettati, lutti, sofferenze, incontri, ma anche paure che riaffiorano, momento di tristezza e di fragilità.
Chiedere aiuto è un passaggio fondamentale, talvolta complesso perché implica l’ammissione delle proprie fragilità, ma può rappresentare davvero un punto di svolta ed un momento di crescita personale importante.
L’illusione più pericolosa è quella che esista soltanto una realtà
– P. Watzlawick
Approcio Strategico
uando scelsi di formarmi come psicoterapeuta mi sono avvicinata al modello che probabilmente era più congeniale alla mia idea di psicoterapia, distante dai protocolli prefissati e rigidità metodologiche ma vicina ad una certa creatività e attenzione alla diversità della persona.
Scelsi l’approccio strategico perché l’idea di considerare il disagio come un problema sottindeva la possibilità di risolverlo e quindi lo connotava di speranza e di possibilità. Partendo dalle sue matrici costruttiviste-sistemiche, la psicoterapia strategica può essere definita, un approccio orientato alla risoluzione dei problemi psicologici, all’interno del quale il terapeuta si prefigge di rendere il paziente capace di trovare soluzioni per i suoi problemi, in un setting terapeutico creativo e costruttivo. Ciò implica un approccio ai problemi umani sul qui ed ora, sull’assetto attuale della vita del paziente,
sui comportamenti, inclusi i sintomi, intesi come processi omeostatici, capaci cioè di mantenere il sistema relazionalenello status quo patologico, considerando l’esperienza, l’azione, come il principale fattore di cambiamento e soluzione dei problemi. Valorizzare le risorse significa pensare al cambiamento come a qualcosa di possibile, creando il contesto in cui i pazienti possano rendersi conto di quanto già conoscono.
In questo movimento il terapeuta si propone in modo attivo, assumendosi la responsabilità di dare inizio alla dinamica terapeutica e di creare un contesto facilitante il cambiamento. Tra i diversi obiettivi che tale teoria si propone vi è quello di introdurre effettivi cambiamenti nel comportamento del soggetto, analizzando le strategie adottate fino a quel momento per risolvere il problema, e a come le persone coinvolte intervengono per mantenere tale comportamento.
Il pensiero strategico è interessato alla funzionalità del comportamento umano di fronte ai problemi dell’esistenza,
della convivenza tra gli individui, in termini di percezione e relazione che ogni individuo vive con se stesso, con gli altri e con il mondo. L’intervento terapeutico è rappresentato dallo spostamento del punto di osservazione del soggetto dalla sua rigida posizione percettiva originaria, che si esplicita attraverso il sintomo, ad una prospettiva più elastica e flessibile con varie possibilità percettive, non operando direttamente sulla realtà del soggetto, bensì sulle sue trasformazioni conoscitive, sulle quali fonda la propria esperienza del mondo.
Il terapeuta lavora sui significati portati dal paziente, dimostrando come, partendo da identiche premesse e mantenendo inalterato il contenuto del problema, sia possibile arrivare, in modo del tutto logico a conclusioni estremamente diverse rispetto a quelle che sostengono la sofferenza della persona. Il cambiamento efficace e strategico è un cambiamento “illogico”, creativo e paradossale, che ha a che fare con la realtà del mondo percepito, del significato che noi attribuiamo alle cose.
